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Ritardi consegne auto, a pesare la mancanza di autotrasportatori ucraini

Anche la mancanza di autisti di bisarche, che per più della metà in Europa sono ucraini, pesa sui ritardi nella consegna dei veicoli nuovi. A questo si aggiunge il ben noto problema legato all’approvvigionamento delle materie prime e delle componenti, come i fasciocavi, provenienti dall’Ucraina. Il disastro umanitario è sicuramente la peggiore conseguenza del conflitto russo-ucraino, tuttavia l’impatto economico su tutte le industrie degli Stati europei è stato forte, con importanti ricadute anche sul settore automotive, dai costruttori, ai noleggiatori e al cliente finale.

Il conflitto russo-ucraino ha reso ancora più critici i tempi di consegna

Siamo ormai consapevoli del problema di approvvigionamento di materie prime innescato dal conflitto, che ha causato un notevole ritardo nella consegna di veicoli nuovi. Tuttavia, si tende a sottovalutare un’altra questione non di secondaria importanza: l’assenza di autisti di bisarche, bloccati dal conflitto in corso. Un problema che si somma a quelli già conosciuti e contribuisce ai continui ritardi di consegna dei mezzi. Gli autisti sono sempre meno e questo ha causato un aumento dei prezzi del 25-30%.

Ad aggravare ulteriormente questo scenario c’è il trasporto su rotaia dall’Asia verso l’Europa. Prima della guerra i treni merci viaggiavano 24 ore al giorno, adesso in Ucraina si passa soltanto di giorno e con rallentamenti importanti. “Per portare le auto dalla dogana ai concessionari un tempo ci voleva una settimana, oggi almeno tre. E neppure i treni possono essere un’alternativa valida: i nostri modelli che arrivavano dalla Corea un tempo viaggiavano su rotaia 24 ore al giorno, cosa che oggi non accade più”, ha detto Giuseppe Bitti, managing director di Kia Italia.

Anche le rotte aeree hanno subito uno shock perché i divieti di sorvolo incrociati e la chiusura dello spazio aereo dal far-East hanno reso le rotte più lunghe per arrivare a destinazione. Se per entrare in possesso di un’utilitaria possono passare circa 3 mesi, il discorso si fa più complicato per auto “premium” o per veicoli commerciali: in tal caso, possono passare anche 12 mesi dall’ordine in concessionaria alla consegna delle chiavi.

Le difficoltà di reperimento di materie prime

Il conflitto russo-ucraino e la conseguente difficoltà nel reperire materie prime e componenti ha generato non poche difficoltà a tutti gli addetti ai lavori dell’intera filiera. In particolare l’assenza più importante in termini di componentistica automotive è quella dei cablaggi elettrici delle vetture. In Ucraina ci sono 20 grandi aziende dedicate al cablaggio, con oltre 70mila addetti. “Si tratta di un’attività – spiega Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia – collocata tipicamente in Paesi con un basso costo del lavoro, perché molto labour intensive”. Questo ha avuto la diretta conseguenza di bloccare alcune linee produttive di OEM tedeschi e ciò “ha dimostrato come nel settore automotive se manca anche un solo piccolo pezzo, tutta la filiera viene impattata, quindi anche i componentisti italiani ne subiscono le conseguenze”.

L’Ucraina è anche un fornitore importante di gas neon, che rappresenta un input fondamentale (75%) nella produzione via laser di chip e semiconduttori. Anche in questo caso di tratta di componenti essenziali per i modelli di auto che fanno sempre più affidamento sull’elettronica a bordo.

Oltre al neon fra Russia e Ucraina si trovano materie prime e materiali utilizzati nel settore automotive, come il palladio, utilizzato nelle marmitte catalitiche, e il carbon black, un pigmento utilizzato nella produzione di pneumatici.

Team SIFÀ

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