La diffusione delle auto elettriche in Europa sarà più lunga del previsto. Il Consiglio dell’Unione Europea di venerdì scorso ha rinviato a data da destinarsi l’approvazione del divieto di vendere nuove automobili a benzina o diesel entro il 2035. Dunque i tempi della transizione ecologica sembrano destinati a dilatarsi. Nel 2050, infatti, due vetture su tre saranno ancora a combustione interna ma le elettriche a batteria (BEV) diventeranno le più vendute in assoluto. A comunicare queste previsioni è l’Osservatorio Autopromotec sulla base di studi del Bloomberg New Energy Finance, Goldman Sachs e del Gruppo Wood Mackenzie.
Vediamo insieme quali sono i risultati della ricerca e quale sarà l’alimentazione preferita dai consumatori nei prossimi decenni.
Il 67% dei veicoli sarà a combustione interna
Entro il 2050 il parco circolante mondiale di autovetture sarà composto per i due terzi (ovvero il 67%) da auto a combustione interna (benzina, diesel e ibride), per il 28% da full electric e ibride plug-in e per il 5% da auto ad alimentazione alternativa (idrogeno, metano e gpl). Sempre entro il 2050, i veicoli elettrici a batteria (BEV) diventeranno i più venduti in assoluto, con una quota di mercato del 56%, seguiti da quelli a combustione interna (ICE, con quota del 18%), dagli ibridi elettrici (HEV, con quota del 16%), dai Phev (5%) e da Fuel Cell e Flex Fuel (5%).
Nonostante la crescita della mobilità elettrica prevista in futuro, le auto ad alimentazione tradizionale continueranno a lungo a essere le più diffuse a livello globale. Uno scenario che non preoccupa solo coloro che hanno a cuore l’ambiente, ma anche chi si occupa di autoriparazione. Le officine e chi ci lavora dovranno viaggiare su due binari: da una parte, dovranno essere continuamente aggiornati sulla rapida evoluzione delle vetture elettriche; dall’altra, non potranno permettersi di abbandonare la conoscenza pregressa sui motori endotermici, perché saranno ancora chiamati ad aggiustare motori a benzina o a gasolio.
Auto elettriche, il 2022 dell’Italia ha il segno meno
La prospettiva del 2050 risulta ancora più verosimile se guardiamo i dati delle auto elettriche vendute nell’anno che si è appena concluso. Dopo l’eccellente risultato del 2021, nel 2022 le nuove immatricolazioni di auto elettriche sono crollate, in 12 mesi, da 67.533 a 49.536 unità, pari a una flessione della quota di mercato che passa dal 4.6 al 3.7%. I dati rilasciati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti registrano la battuta d’arresto per la mobilità elettrica in Italia.
I BEV passano dagli oltre 6.200 mezzi del 2021 ai nemmeno 4.600 del 2022. Cala anche la quota di mercato dal 7 al 4,3%. Tutto questo mentre il mercato delle ibride plug-in resta, sì, su numeri di un ordine di grandezza superiore, ma anch’esso col segno meno. Le nuove immatricolazioni di PHEV nel 2022 sono passate da 69.809 a 67.947 unità, mentre la quota di mercato sale dal 4,7% al 5,1%, complice una contrazione generale della vendita in Italia (-9,7%).
Nel periodo gennaio-dicembre 2022, quindi BEV e PHEV subiscono entrambe flessioni nei volumi, rispettivamente del 26,6% e del 8,1%. Restano invece a galla, con un’annata positiva, le ibride leggere e le full hybrid. I segmenti chiudono il 2022, con un guadagno di oltre 5 punti percentuali, salendo dal 29 al 34,1%, con un 9,1% per le full hybrid HEV e il 25% per le mild hybrid MHEV.
“Siamo l’unico tra i grandi Paesi europei a registrare nel 2022 un calo delle vendite di auto a emissioni zero e questo non può non innescare qualche riflessione – fanno sapere da Motus-E, l’associazione italiana degli stakeholder della mobilità elettrica –. Senza interventi, l’Italia rischia di accumulare un gap difficile da colmare con gli altri Paesi con cui dovrebbe ambire a confrontarsi”.
Per avere un’idea della distanza tra l’Italia e gli altri grandi paesi europei basti considerare i dati diffusi da Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia. A novembre l’Italia si continua a distinguere fra i cinque maggiori Paesi come l’ultimo nel mercato delle auto green, elettriche ed ibride plug-in: benché a novembre 2022 la quota complessiva di auto elettriche e ibride nel Paese sia cresciuta del 9.8%, si tratta comunque di livelli molto lontani dalla Germania (39,4%), dal Regno Unito (27,7%) e dalla Francia (24,4%).
“L’anomalia italiana ha trovato terreno fertile nella poca pianificazione delle politiche incentivanti. Si potrebbe pensare a un riordino del quadro di supporto della domanda. Ad esempio dando continuità agli incentivi al noleggio, equiparandoli come valore a quelli per i veicoli privati”, suggeriscono da Motus-E.

Team SIFÀ
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