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Milano a 30 km/h: la proposta per ripensare la mobilità urbana

Milano vuole essere all’avanguardia, anche nella mobilità cittadina. Dopo l’introduzione dell’Area B, il Consiglio comunale ha approvato, la scorsa settimana, un ordine del giorno per “proclamare Milano Città 30, istituendo il limite di velocità urbana a 30 km/h a partire dal primo gennaio del 2024. La questione è diventata subito oggetto di dibattito, tra chi sostiene che la decisione rallenti i ritmi frenetici del capoluogo lombardo e chi, al contrario, supporta un’iniziativa che consentirebbe alla città di allinearsi alle altre metropoli europee che già hanno avviato il processo di trasformazione della mobilità, come Parigi e Bruxelles. Il termine “città 30” non indica solo un limite massimo di velocità urbana, bensì un modo innovativo di pensare gli spostamenti cittadini e il modo di vivere gli spazi pubblici, che prevede più sicurezza sulle strade e maggiori servizi per il cittadino.

Vediamo insieme la proposta del Consiglio comunale meneghino e in cosa consiste davvero il concetto di “città 30”.

Milano “città 30”

Il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno secondo cui a Milano si dovrà viaggiare a velocità limitata, ad eccezione di alcune arterie ad alto scorrimento di traffico in cui verrà mantenuto il limite dei 50 km/h. Un ordine del giorno è sostanzialmente uno strumento con cui il Consiglio comunale chiede alla giunta di esprimersi su un determinato argomento. L’iter di applicazione è ancora lungo, tuttavia si tratta di una proposta che arriva dalla maggioranza e quindi verrà presa seriamente in considerazione.

In nome della sicurezza già alcune zone del centro prevedono limiti a 30 km/h ma si tratta solo di aree circoscritte. Il primo firmatario del documento presentato a Palazzo Marino è il consigliere comunale Marco Mazzei, che ha sottolineato come sia necessario ridurre i limiti in nome della sicurezza: “L’impatto tra un’automobile che viaggia a 50 km/h e un pedone o un ciclista è quasi sempre fatale per l’utente leggero della strada, al contrario l’impatto a 30 km/h non è quasi mai letale e offre ampie rassicurazioni sulla minore gravità delle conseguenze”.

Nel documento approvato sono riportati anche alcuni dati Aci-Istat sull’incidentalità in Italia, secondo cui l’eccesso di velocità sia tra le prime cause dei sinistri, il 70% dei quali avviene in città. “Meno auto, anche con misure impopolari. La riduzione della velocità in città – sottolinea l’assessore alla mobilità del Comune Arianna Censi – è un obiettivo che stiamo cercando di percorrere e raggiungere. Così costruiamo una cultura cittadina basata sulla mobilità lenta, per allinearci alle altre metropoli europee”.

Le discussioni

Non tutti, però, sono soddisfatti dei nuovi limiti. C’è chi chiede di ridurre, ancora di più, il numero di veicoli ammessi in città, come il consigliere comunale Enrico Fedrighini: “Affinché questo provvedimento non rimanga ‘aria fritta’, occorre agire sulla priorità numero uno per Milano: ridurre il numero di auto circolanti, con misure anche impopolari. Oggi a Milano la velocità media è di 15 km/h e pedoni e ciclisti vengono investiti in misura crescente. Dobbiamo ridurre il traffico: i palliativi e i buoni propositi non servono”. Dall’altra parte, c’è chi non è d’accordo con queste restrizioni negli spostamenti cittadini degli automobilisti. Il principale oppositore è il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “Il limite a 30 kmh può essere utile davanti alle scuole e agli ospedali. Nel resto della città si rischia di fermare la circolazione. Se si blocca Milano, rallenta tutta la Lombardia”.

Dopo le polemiche, il sindaco Giuseppe Sala ha preferito essere cauto nelle sue dichiarazioni. “A oggi non so dire se sia realistico immaginare un primo gennaio 2024 con la città a 30 km/h. Al momento è uno stimolo che ci dà il Consiglio comunale su cui sto riflettendo. Una cosa è certa: bisogna vedere in quali strade è effettivamente possibile applicare il limite di velocità”.  

Un nuovo modo di pensare la mobilità urbana

Il concetto di “città 30” non si limita a una semplice riduzione del limite di velocità e all’installazione dei relativi cartelli, piuttosto significa un più ampio cambiamento strutturale e di mentalità degli utenti della strada. Si tratta di un’iniziativa che punta a riequilibrare lo spazio pubblico, riducendo le aree della strada dedicate alle auto e ampliando le piste ciclabili e i marciapiedi. In questo modo si creano più spazi vivibili per i cittadini, in cui si possono installare panchine e piantare alberi.

“Significa permettere agli anziani di fare più passeggiate perché possono sedersi quando sono troppo stanchi, ai bambini di andare in bici o a scuola da soli”, ha detto Matteo Dondè, urbanista esperto in pianificazione della mobilità ciclistica e nella moderazione del traffico. “Il modello-automobile ci ha fatto pensare che tutto lo spazio dovesse essere dedicato alle auto, ma non è necessariamente cosi”. In Italia l’80% della strada, tra carreggiata e parcheggi è dedicato alle vetture, eppure le automobili sono per la maggior parte del tempo vuote e ferme. “Invece se l’automobile va piano – continua Dondè - posso dedicarle meno spazio e quindi guadagnare di più per le altre funzioni. Vuol dire lavorare sullo spazio pubblico senza considerarlo solo l’asse di scorrimento del traffico”. 

Gli esempi italiani ed europei

Tra alcune capitali europee che hanno introdotto la misura, come Bruxelles da gennaio del 2021 e Parigi da agosto dello stesso anno, si nota come la misura abbia contribuito a una maggiore attenzione da parte degli automobilisti al rispetto delle norme stradali, a una diminuzione del numero di decessi e dei feriti in seguito agli incidenti e a una riduzione dell’inquinamento acustico. Tra le altre città europee che si stanno impegnando a emulare le due capitali su questo fronte ci sono Helsinki, Valencia, Zurigo, Lille, Bilbao, Gratz, Grenoble e Londra.

Milano non è l’unica città in Italia ad andare in questa direzione. Da giugno 2023, a Bologna, in seguito all’approvazione di una delibera della giunta comunale, il limite di velocità sarà abbassato in tutta la città a 30 km/h per incentivare il ricorso alla mobilità alternativa. Un altro esempio è Torino che, nel corso del consiglio comunale del 14 novembre scorso ha approvato con 27 voti favorevoli la misura, per la quale il limite verrà introdotto in tutte le strade senza diritto di precedenza.

Il primo centro urbano a introdurre un limite di 30 km/h in tutta la citta è Olbia, che ha già adottato la misura dal primo giugno del 2021. “La disposizione ha il duplice obiettivo di aumentare la sicurezza per le persone e di consolidare il nuovo concetto di mobilità urbana sempre più ecosostenibile. Si tratta di una scelta in linea con quella di città importanti a livello nazionale ed europeo. Un altro passo avanti per rendere la città sempre più bella e fruibile e a dimensione di cittadino”, aveva dichiarato il primo cittadino Simone Nizzi.

Team SIFÀ

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