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La timida ripresa del mercato automotive

Il mercato dell’auto continua a registrare una lieve ripresa, anche se non sono ancora stati raggiunti i numeri di vendita pre-pandemici. I dati di marzo, +40,8%, e del primo trimestre del 2023, +26,2%, confermano la positiva inversione di tendenza e un progressivo aumento delle immatricolazioni, dovuti all’efficientamento della catena di fornitura, anche se l’assenza di autotrasportatori bisarchisti, molti dei quali impegnati nel conflitto russo-ucraino, continua a far registrare ritardi nella consegna di nuovi veicoli

Vediamo insieme i dati di vendita rilevati dall’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Aifa) in merito all’andamento delle immatricolazioni nei primi tre mesi dell’anno.

Positivi i primi tre mesi del 2023

Nel corso del mese di marzo 2023 sono stati immatricolati 168.294 veicoli, segnando una crescita del 40,8% in più dello stesso mese del 2022. Nel marzo 2022, infatti, era stata registrata un perdita del 30%, pari a 119.548 nuove immatricolazioni, ma erano state inficiate dall’attesa degli incentivi. In tutto, nei primi tre mesi del 2023, sono state vendute 427.019 auto, con una crescita del 26,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 in cui sono state immatricolate 338.316 vetture.

Un andamento positivo imputabile al miglioramento delle supply chain globali. Tuttavia, non si registrano ancora i numeri pre-pandemici: siamo ancora sotto (-20,6%) rispetto alle 538.060 unità del primo trimestre del 2019. “Il mercato dell’auto italiano continua a crescere anche a marzo, con un altro significativo rialzo a doppia cifra – ha commentato Paolo Scuderi, presidente di Anfia –. In buona parte per via del confronto con la pesante flessione che era stata registrata a marzo del 2022, che è stato impattato dall’’effetto attesa’ per l’attuazione degli incentivi previsti dal dl Energia dello scorso anno. In ogni caso possiamo considerare questi dati un buon risultato: il mercato si sta riprendendo”.

Il risultato positivo dei dati registrati in questi primi mesi dell’anno è la conseguenza anche di alcune scelte politiche. La ratifica da parte del Consiglio Europeo del divieto di vendita di auto nuove con motori endotermici dal 2035, tranne quelle alimentate a carburanti sintetici (e-fuel) è stato un passo molto importante, perché ha aiutato a chiudere il clima di confusione che ha accompagnato il dibattito su questo tema. “Sulla transizione energetica del settore – spiega Michele Crisci, presidente dell’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae) – pensiamo che ci sia bisogno di chiarezza e che ritardi, indecisioni e messaggi allarmistici non aiutino gli investimenti delle imprese e i consumatori a fare le loro scelte nel percorso avviato. La riduzione delle emissioni è una precisa indicazione europea e la transizione energetica è un dovere sociale oltre che un’imperdibile opportunità economica verso una grande processo tecnologico sostenibile”.

I dati di vendita per tipo di motorizzazione

Secondo i dati rilasciati dall’Anfia, le autovetture a benzina vedono il mercato di marzo aumentare del 44,3% con una quota di mercato al 28,7%, mentre le diesel crescono del 36,1% rispetto allo stesso mese del 2022, con una quota del 20%. Nei primi tre mesi del 2023, le immatricolazioni di auto a benzina aumentano del 26,4% e quelle delle auto a diesel del 19,8%.

Le auto ad alimentazione alternativa, invece, rappresentano il 51,3% delle immatricolazioni del solo mese di marzo e risultano in crescita del 238,5%. Nel cumulato aumentano del 14,7%, con una quota del 18,8%. Le autovetture elettrificate rappresentano il 43,5% del mercato di marzo e il 44% del cumulato, in aumento del 46% nel mese e del 30,4% nel trimestre.

Tra queste, le ibride non ricaricabili aumentano del 46,5% nel mese e raggiungono una quota del 34,4%. Nel cumulato crescono del 32% e hanno una quota del 35,8%. Mentre le autovetture ricaricabili aumentano del 43,9% e rappresentano il 9,1% del mercato del mese. Nel primo trimestre crescono del 23,8% e hanno una quota dell’8,2%.

Le auto elettriche hanno una quota del 4,8% a marzo e del 3,8% nei primi tre mesi del 2023 mentre i volumi crescono del 78,1% in marzo e del 43,3% nel cumulato. Le ibride plug-in crescono del 78,1% a marzo e del 10,8% nel trimestre e rappresentano il 4,3% delle immatricolazioni di marzo e il 4,4% del progressivo da inizio anno.

Infine, le autovetture a gas rappresentano il 7,8% dell’immatricolato di marzo, di cui il 7,7% è rappresentato da autovetture Gpl (+13,4%) e lo 0,1% da autovetture a metano (-86,7%), mentre nel cumulato rappresentano il 9,4% del mercato con il metano che cala dell’82,6% e il Gpl che cresce del 27,8%.

La crisi della logistica

Una delle questioni più complicate da risolvere è certamente quella legata ai tempi di consegna. Un fenomeno che mette in difficoltà l’intero settore automotive. La produzione, seppur a rilento è ripresa, ma i prodotti faticano ad arrivare a destinazione. In primo luogo, perché mancano le bisarche, autocarro specializzato per il trasporto di veicoli dalle fabbriche alle filiali o alle concessionarie di vendita, ma soprattutto perché manca il personale in grado di manovrarle. 

L’attuale situazione è la conseguenza diretta della crisi del 2020, quando, a fronte del calo e dell’imprevedibilità dei volumi trasportati, gli operatori della logistica hanno smesso di investire nella propria attività, preferendo il guadagno certo della dismissione dei mezzi, mentre allo stesso tempo la manodopera veniva dirottata altrove. Negli ultimi tre anni, i più grandi tra i logistic providers attivi in Europa hanno dismesso il 27% della capacità. Ad oggi, una percentuale compresa tra il 5 e il 10% dei mezzi è ferma per mancanza di autisti.

Situazione simile a quella del trasporto su gomma si registra anche nel contesto del trasporto marittimo di corto raggio. Le navi più vecchie sono state demolite o cedute ad aziende asiatiche, mentre gli investimenti per la costruzione delle navi di taglie inferiori sono fermi. Anche il trasporto ferroviario ha subito delle contrazioni di capacità, abbattuto dalla mancanza di investimenti a lungo termine nelle infrastrutture e dalla carenza di macchinisti.

Team SIFÀ

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